Il Beato Paolo Manna, «il cui nome merita di essere riportato a caratteri d’oro negli annali della Chiesa» (Paolo VI, Graves et Increscentes, Lettera Apostolica, 1966), è il fondatore della Unione Missionaria del Clero. Egli era convinto che finché i preti e i vescovi non fossero stati convertiti all'idea missionaria, le missioni restavano un fatto affidato solo a quel manipolo di missionari, assolutamente insufficienti per la missione universale della Chiesa. Egli pensò ad un’associazione del clero il cui unico scopo fosse animare e infondere l’ansia missionaria nei pastori, nei formatori delle comunità; essi, i preti, dovevano essere quasi una schiera di soldati nelle trincee, che aiutano e sostengono quelli che sono in prima linea. Solo a questa condizione tutte le comunità possono diventare missionarie. Questa Unione è pensata come «scuola di educatori al servizio apostolico, vissuta in chiave universalistica».
Nel 1916 l’Unione fu approvata dal Papa Benedetto XV. In pochi anni l’Opera è estesa quasi in tutto il mondo. Il Primo Congresso Internazionale dell’Unione (3 gennaio 1922), dichiara la necessità dell’insegnamento nei seminari della Missiologia, una scienza ancora sconosciuta negli istituti di formazione cattolici. Nei suoi scritti, P. Manna insiste sul ruolo insostituibile dei sacerdoti in ordine all’annuncio del Vangelo e all’educazione di una coscienza missionaria nei laici.
La diffusione dell’Unione è rapida, dopo che il Papa, nella sua enciclica Maximum Illud (1919), raccomanda la sua presenza in tutte le diocesi.
Con una grande attività di predicazione e di stampa, P. Manna coinvolge ecclesiastici e laici all’ideale missionario, mentre sfida i giovani ad attuarlo. Non esiste per lui una vocazione missionaria distinta dalla vocazione sacerdotale o cristiana: il suo Motto è: «Tutti Missionari!»; tutti i battezzati, ma soprattutto «ogni sacerdote per natura, per definizione è missionario», e «la prima e fondamentale funzione della Chiesa è l’evangelizzazione del mondo, di tutto il mondo». Questo spirito missionario universale deve essere integrato allo spirito di unità con coloro che egli per primo chiama i «Fratelli Separati», «condizione indispensabile al trionfo integrale del Vangelo nel mondo». Come i Sacerdoti, anche i Religiosi e le Religiose, insieme ai Laici consacrati, sono i naturali operatori della Missione, e con il decreto Huic Sacro (1944), la Congregazione de Propaganda Fide offre anche a loro l’appartenenza all’Unione.
Con decreto del 28 ottobre 1956 l’Unione viene insignita da Pio XII del titolo di «Pontificia» e quindi rinominata la «Pontificia Unione Missionaria del Clero, dei Religiosi e Religiose e dei Laici Consacrati».
Nella sua tarda età, come in un sogno, padre Manna stende il suo grande piano missionario di carattere profetico e a respiro universale: egli invita le Chiese a fondare Seminari Missionari per partecipare direttamente all'evangelizzazione del mondo e a prestare aiuto alle giovani Chiese di missione.
Padre Paolo Manna muore il 15 settembre 1952 e il 4 novembre 2001 viene dichiarato Beato da Giovanni Paolo II.