Il segreto di un efficace apostolato non è tanto nella capacità del predicatore, quanto nel restare ai piedi della Croce
(Beato Paolo Manna)
La preghiera e la malattia nell’animazione missionaria
Dalla lettera di s. Paolo ai Filippesi
«È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita». (Fil 2,13-16)
Dal Magistero della Chiesa
«Gli aiuti che si possono fornire alle Missioni, e che i Missionari non cessano di chiedere, sono di tre tipi. Il primo è alla portata di tutti, ed è di rendere loro propizio il Signore per mezzo della preghiera. […] In secondo luogo, è necessario sopperire alla scarsità dei Missionari […] Ma per sostenere le Missioni si richiedono anche i mezzi materiali, e non pochi». (Benedetto XV, Lettera apostolica sull'attività svolta dai missionari nel mondo, Maximum Illud)
«Con la parola e con gli scritti procurate di introdurre e di gradatamente estendere la santa consuetudine di pregare “il Padrone della messe, perché mandi operai alla sua messe”, e d’implorare per gl’infedeli gli aiuti del lume e della grazia celeste; e a ragion veduta parliamo di consuetudine e di usanza stabile e continua, che, come ognun vede, presso la divina misericordia ha più valore ed efficacia che non preghiere indette o una volta sola o di quando in quando. E veramente i predicatori evangelici potrebbero ben affaticarsi, e versar sudori, e dare anche la vita per condurre i pagani alla religione cattolica; potrebbero usare ogni industria, ogni diligenza e ogni genere di mezzi umani; ma tutto ciò non gioverebbe a nulla, tutto cadrebbe a vuoto, se Dio con la sua grazia non toccasse i cuori degli infedeli per intenerirli e trarli a sé. Ora è facile capire che, non mancando a nessuno la possibilità della preghiera, tutti hanno in mano questo aiuto e questo quasi alimento delle Missioni». (Pio XI, Lettera enciclica, Rerum Ecclesiae)
«Missionaria fin dalle sue origini, la santa Chiesa non ha cessato, per compiere l’opera cui non può venir meno, di indirizzare ai suoi figli un triplice invito: alla preghiera, alla generosità, e, per alcuni, al dono di se stessi. Oggi ancora le missioni, soprattutto quelle d’Africa, attendono dal mondo cattolico questa triplice assistenza». (Pio XII, Lettera enciclica sullo stato delle missioni cattoliche in Africa, Fidei Donum, III)
«Tra le forme di partecipazione [nella cooperazione missionaria] il primo posto spetta alla cooperazione spirituale: preghiera, sacrificio testimonianza di vita cristiana. La preghiera deve accompagnare il cammino dei missionari, perché l’annunzio della Parola sia reso efficace dalla grazia divina. San Paolo nelle sue Lettere chiede spesso ai fedeli di pregare per lui, perché gli sia concesso di annunziare il Vangelo con fiducia e franchezza. Alla preghiera è necessario unire il sacrificio: il valore salvifico di ogni sofferenza, accettata e offerta a Dio con amore, scaturisce dal sacrificio di Cristo, che chiama le membra del suo mistico corpo ad associarsi ai suoi patimenti, a completarli nella propria carne. (Col 1,24)». (Giovanni Paolo II, Lettera enciclica circa la permanente validità del mandato missionario, Redemptoris Missio, n. 78)
«Il Vangelo della sofferenza significa non solo la presenza della sofferenza nel Vangelo, come uno dei temi della Buona Novella, ma la rivelazione, altresì, della forza salvifica e del significato salvifico della sofferenza nella missione messianica di Cristo e, in seguito, nella missione e nella vocazione della Chiesa». (Giovanni Paolo II, Lettera apostolica sul senso cristiano della sofferenza umana, Salvifici Doloris, n. 25)
«E perciò la Chiesa vede in tutti i fratelli e sorelle di Cristo sofferenti quasi un soggetto molteplice della sua forza soprannaturale. Quanto spesso proprio ad essi ricorrono i pastori della Chiesa, e proprio presso di essi cercano aiuto ed appoggio! [...] Coloro che partecipano alle sofferenze di Cristo conservano nelle proprie sofferenze una specialissima particella dell’infinito tesoro della redenzione del mondo, e possono condividere questo tesoro con gli altri». (Giovanni Paolo II, Lettera apostolica sul senso cristiano della sofferenza umana, Salvifici Doloris, n. 27)
Dagli scritti del Beato padre Paolo Manna
«Il mezzo dei mezzi [nella cooperazione missionaria]: la preghiera! Di tre specie sono gli aiuti che si possono recare alle missioni: Preghiere, personale e mezzi finanziari». (P. Manna, La conversione del mondo infedele, Milano 1920, p. 264)
«Tra i mezzi che N. Signore ha messo in nostra mano perché potessimo cooperare alla propagazione della fede ed alla salvezza delle anime, il più efficace ed indispensabile ed anche il più facile è quello della preghiera». (P. Manna, La conversione del mondo infedele, Milano 1920, p. 265)
«La preghiera è il mezzo più facile, non richiedendo essa né sforzo fisico, né spese, né viaggi, né lavoro, né sofferenze, né martirio. Una Messa, una comunione, l’offerta a Dio della nostra giornata con le sue gioie e con le sue pene, una parola, un desiderio, un pensiero valgono più di una vistosa elemosina». (P. Manna, La conversione del mondo infedele, Milano 1920, p. 266)
«Con le vostre ferventi preghiere voi potete essere efficace strumento di salvezza per tanti infelici che forse non conoscerete mai su questa terra, ma che in cielo vi dovranno una gratitudine perenne». (P. Manna, La conversione del mondo infedele, Milano 1920, p. 271)
«È ai piedi del crocifisso, più che nelle migliori abilità e doti dei predicatori che sono da ricercarsi i segreti di un fecondo apostolato». (P. Manna, La conversione del mondo infedele, Milano 1920, p. 271)
«Iddio poteva salvare questo e mille altri mondi con un semplice atto di sua volontà, ed invece volle salvarlo con i patimenti, le preghiere e gli insegnamenti del Suo Unigenito Figliuolo. E come si operò la Redenzione, così egli ne vuole applicare i meriti agli uomini, mediante cioè i patimenti, le preghiere e gli insegnamenti della Sua Chiesa». (P. Manna, La conversione del mondo infedele, Milano 1920, p. 273)
«È cosa poi sommamente efficace unire alla preghiera anche l’offerta dei nostri patimenti ed interessare pure i poveri afflitti, gli ammalati perché diano un fine apostolico alle loro sofferenze offrendole al Cuore di Gesù per le missioni. Gesù ha salvato il mondo per mezzo della Croce, ed è solo e sempre con l’espiazione che si salvano e si salveranno le anime». (P. Manna, La conversione del mondo infedele, Milano 1920, p. 275)
«Il crocifisso è tutto per il missionario. È la sua forza, il suo conforto, il suo esempio, il suo coraggio, la sua riuscita! Il Crocifisso è la spiegazione del Missionario, e senza il Crocifisso, del missionario non resta neppure un’idea». (P. Manna, Operarii autem pauci! La vocazione alle missioni estere, Milano 1960, op. cit., p. 153)
«Non intende la sua vocazione di missionario chi accettando la parte attiva del suo ministero di insegnare, predicare, battezzare, non accetta anche la parte passiva di vittima per Gesù, di vittima con Gesù per ottenere la conversione delle anime». (P. Manna, Virtù Apostoliche. Lettere ai missionari, Bologna 1997, p. 403)
Domande per la riflessione
- Quanto spesso prego per i missionari?
- Accetto le difficoltà e le sofferenze con fiducia in Dio e le offro per le missioni e i missionari?
- Quanto mi rendo conto che la mia libera e consapevole accettazione e offerta della sofferenza in unione con Cristo ha un potere salvifico?
PREGHIERA
Dio, nostro Padre, nella difficoltà e nella malattia, donaci la forza di unire le nostre sofferenze e le nostre infermità alla croce di Cristo. Con fiducia, ti chiediamo di non dimenticarci mai: Tu sei sempre con noi. Fa che non vacilliamo nella fede quando aspettiamo a lungo una tua grazia. Dona ai missionari e missionarie, attraverso la nostra preghiera, forza e conforto a loro e ai malati che non hanno speranza. Ti imploriamo, fa che attraverso l’offerta delle nostre sofferenze, si rafforzi la fede e l’amore in tutto il mondo. Chiama ancora molti giovani di tutte le nazioni a seguirti nel servizio missionario. Padre clementissimo, confidiamo che nel Tuo regno tutte le lacrime si asciugheranno, perché la morte è vinta insieme alla sofferenze e malattie. Nel nostro cammino verso di Te, sii sempre con noi. Amen.