IV Domenica di Avvento (Anno C) - Signore, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi

17 dicembre 2021

Sant’Anastasio I, papa; Beato Urbano V, papa 

Prima Lettura
Mi 5,1-4a
Da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele.

Salmo Responsoriale
Sal 79
Signore, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi

Seconda Lettura Eb 10,5-10
Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.

Vangelo
Lc 1,39-45
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

COMMENTO BIBLICO-MISSIONARIO

"Signore, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi"

Le letture di quest’ultima domenica di Avvento ci aiutano, in questo clima ancora gioioso di attesa del Natale ormai prossimo, a prepararci con Maria, Madre di Cristo, ad accogliere insieme il Signore che viene. La parola di Dio ci invita a volgere lo sguardo direttamente verso il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, di Colui che è mandato dal Padre “per noi e per la nostra salvezza”, come recitiamo nel Credo. E all’interno del mistero della missione di Cristo siamo chiamati a riflettere anche sulla missione di Maria, modello di ogni credente nel portare Cristo agli altri. A tal proposito, oggi tre punti sono particolarmente significativi per il nostro cammino spirituale missionario, a partire da una frase chiave nella seconda lettura.

1. «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così dichiara solennemente il Cristo, “entrando nel mondo”, come ci ricorda la Lettera agli ebrei oggi. Nella sua immaginazione, l’autore sacro riporta in modo mistico le primissime parole che Cristo, Figlio di Dio, pronuncia già nel momento di entrare nel mondo, cioè nel momento del farsi uomo, della sua incarnazione. E questo in realtà sarà ciò che Cristo ribadirà in ogni momento della sua vita terrena. Così, nell’episodio dell’incontro con la donna samaritana, Egli dichiara ai suoi discepoli preoccupati per la fame fisica del loro Maestro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4,34). Nel famoso discorso del pane di vita, Egli chiarisce ancora la propria missione: «sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 6,38). Infine, nell’agonia del Getsemani prima della passione e morte, Egli ha lottato con tutto l’essere, con sudore e sangue, per rimanere fedele all’unica missione della sua vita: fare la volontà del Padre che lo ha mandato. Disse con parole commoventi da ricordare sempre con devozione: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu» (Mc 14,36).

Di fronte a quanto avvenuto nella vita del Figlio di Dio, anche noi cristiani, seguaci di Cristo e suoi discepoli-missionari, siamo chiamati a riflettere di nuovo oggi, nella preparazione alla celebrazione della nascita di Gesù, e a rispondere seriamente e sinceramente a una domanda semplice ma fondamentale: Quale volontà stai compiendo nella vita e in ogni cosa? La tua o quella di Dio? Tu, che preghi sempre come Gesù ci ha insegnato “[Padre nostro] sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”, compi tu la sua volontà nella tua vita? A questo punto, qualcuno potrebbe chiedere: Ma io, che sono un povero mortale con tanti dubbi e incertezze, come posso discernere chiaramente ciò che Dio vuole da me e per me nella vita e in questo preciso momento?

2. A tal proposito, risulta illuminante l’insegnamento di san Francesco d’Assisi che commenta così l’accennata invocazione del Padre nostro:

Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra: affinché ti amiamo con tutto il cuore, sempre pensando a te; con tutta l’anima, sempre desiderando te; con tutta la mente, orientando a te tutte le nostre intenzioni e in ogni cosa cercando il tuo onore; e con tutte le nostre forze, spendendo tutte le nostre energie e sensibilità dell’anima e del corpo a servizio del tuo amore e non per altro; e affinché possiamo amare i nostri prossimi come noi stessi, trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore, godendo dei beni altrui come dei nostri e nei mali soffrendo insieme con loro e non recando nessuna offesa a nessuno.

In sintesi, la volontà di Dio per me in ogni momento della vita è che io ami Lui con tutto il mio essere e che io ami i prossimi come me stesso. In altre parole, la volontà di Dio per noi, come ci suggerisce san Francesco, è sempre e in ogni caso, indipendentemente dall’età, stato di vita, vocazione e professione, l’amore per Lui e quello per gli altri, che implica prima di tutto un “trascinare tutti con ogni nostro potere” all’amore di Dio. Ed è questo nostro duplice amore che Dio vuole da noi, in e sopra ogni cosa, ogni sacrificio, ogni buona opera, come Egli chiede esplicitamente “Amore voglio, non sacrifici” (cfr. 1Sam 15,22; Os 6,6; Mt 12,7), perché Egli ci ha amati per primo. Perciò, la nostra missione della vita rimane sempre quella dell’amore che dovrà trascinare tutti all’amore di Dio in Cristo. È la missione dell’amore che ha compiuto santa Teresa di Lisieux, patrona delle missioni, e che lei ha sognato di continuare anche dal Cielo. Sorge spontanea una domanda concreta: Stai facendo tu questa volontà di Dio? Senti in te la spinta dell’amore di Cristo a portarlo agli altri e a portare gli altri a Lui, come san Paolo apostolo esclamava una volta: «L’amore di Cristo ci spinge» (2Cor 5,14)?

3. In questa prospettiva, possiamo intravedere il senso profondo dell’azione peculiare di Maria, descritta all’inizio del Vangelo di oggi: «Maria si alzò e andò in fretta». Perché questa “fretta” di Maria? Forse perché era curiosa di verificare l’informazione data dall’angelo sullo stato di Elisabetta? Un po’ di curiosità c’era, ma forse no, perché Maria è stata “colei che ha creduto”, come sottolineato dopo. Forse perché voleva portare subito l’aiuto a sua cugina incinta nella vecchiaia? Può darsi, ma c’erano di sicuro già non pochi servi e serve nella casa di Zaccaria, appartenente alla classe sacerdotale di quel tempo. Allora la forza principale, che ha spinto Maria ad “alzarsi e andare in fretta”, va vista e interpretata in connessione con quanto dichiarato da Lei a Dio tramite l’angelo: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la Tua parola!» (Lc 1,38). È la parola che riguarda non solo quel preciso momento di accogliere il Figlio di Dio nel suo grembo, ma anche tutta la sua vita, la quale è diventata così una missione costante, anzi la Missione della vita di fronte al Signore, sempre sotto il segno di «avvenga per me secondo la Tua parola!», vale a dire “secondo la tua volontà!” E come il Cristo, affermando misticamente «Ecco io vengo a fare la Tua volontà», viene mandato dal Padre alla missione nel mondo, anche Maria, madre di Cristo, dopo aver dichiarato il suo “Eccomi” (come Isaia e altri profeti), viene “mandata” con suo Figlio a tutti, a partire dalla prima visita ad Elisabetta con Giovanni Battista nel grembo.

Così, questa fretta di Maria sarà l’espressione della sua prontezza, sollecitudine, e gioia nel compiere la missione a Lei affidata. Ella si mette in viaggio per condividere gioiosamente con gli altri, a partire dai suoi parenti, le “grandi cose” della salvezza che Dio onnipotente ha cominciato per tutti in Lei e in Elisabetta. Ma non bisogna immaginare che il “viaggio” della missione di Maria da Nàzaret alla “regione montuosa” di Giudea fosse stato facile per Lei stessa, una giovane donna in dolce attesa! La distanza era grande (almeno alcuni giorni a piedi o sull’asino) e le strade di sicuro non erano appianate. Esisteva poi il rischio di incontrare i briganti per strada, cosa che succedeva in quei giorni (come riportato anche in una parabola di Gesù). Ma tutto questo, fatica o pericoli, era niente rispetto alla gioia che Maria aveva dentro e che voleva condividere. E forse per questo san Luca evangelista ha sorvolato sui dettagli del viaggio per concentrarsi sulla descrizione dell’incontro gioioso tra le due madri, con l’immagine suggestiva del «bambino che ha sussultato di gioia» nel grembo di Elisabetta al saluto di Maria. Così si intravede il punto teologico focale del racconto: Maria, che porta Gesù dentro, riempie di gioia Elisabetta e il suo bambino, e ciò avviene già con un suo semplice saluto. Missione compiuta!

Il viaggio di Maria diventa simbolicamente la missione che noi tutti cristiani, discepoli di Cristo, siamo chiamati a compiere anche oggi, per il Natale ormai alle porte: alzarsi e andare “in fretta” con Gesù dentro il cuore verso i vicini o lontani per infondere in tutti la santa gioia e pace che solo Dio può donare con la Sua presenza. E ciò malgrado tutte le difficoltà, avversità, sofferenze che ci sono per strada, perché la gioia che portiamo dentro da condividere è più grande di tutti i problemi che incontriamo, fuori o dentro! Maria, madre di Cristo, ha sperimentato tutto questo nel suo viaggio della vita, e perciò capisce e accompagna sicuramente i missionari di Cristo nella loro missione. In fin dei conti, questa missione è la stessa di Maria ed è in realtà la partecipazione nella missione di Cristo che porta al mondo la pace e la salvezza di Dio. Che ogni cristiano e cristiana possa rinnovare il proprio zelo per questa missione, ripetendo, come Maria, le parole di Cristo a Dio Padre nel momento di entrare nel mondo: “Ecco io vengo per fare la Tua volontà”! E chiediamo l’intercessione di Maria, madre di Cristo e madre nostra, con le parole di Papa Francesco:

Vergine e Madre Maria,
tu che, mossa dallo Spirito,
hai accolto il Verbo della vita
nella profondità della tua umile fede,
totalmente donata all’Eterno,
aiutaci a dire il nostro “sì”
nell’urgenza, più imperiosa che mai,
di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.
Tu, ricolma della presenza di Cristo,
hai portato la gioia a Giovanni il Battista,
facendolo esultare nel seno di sua madre.
Tu, trasalendo di giubilo,
hai cantato le meraviglie del Signore.
Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce
con una fede incrollabile,
e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,
hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito
perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.
Ottienici ora un nuovo ardore di risorti
per portare a tutti il Vangelo della vita
che vince la morte.
Dacci la santa audacia di cercare nuove strade
perché giunga a tutti
il dono della bellezza che non si spegne.
[…] Madre del Vangelo vivente,
sorgente di gioia per i piccoli,
prega per noi.
Amen. Alleluia.

(Papa Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 288)

 

Spunti utili:

«Giustamente quindi i santi Padri ritengono che Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma che cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza. Infatti, come dice Sant’Ireneo, essa “con la sua obbedienza divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano”. […] Questa unione della madre col figlio nell’opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui; e prima di tutto quando Maria, partendo in fretta per visitare Elisabetta, è da questa proclamata beata per la sua fede nella salvezza promessa, mentre il precursore esultava nel seno della madre (cfr. Lc 1,41-45)». (Conc. Vat. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 56-57)

 

«Il sospiro di ogni cuore apostolico è tutto qui: “Sia santificato (il tuo nome), venga (il tuo regno), sia fatta (la tua volontà)” (Mt 6,9). Annunziare, propagare, realizzare, difendere i Santi Voleri di Dio, perché così Egli sia glorificato e le anime salvate, questo è tutto il missionario». (P. Manna, Virtù apostoliche, Bologna 1997, p. 253)

 

«Se vogliamo essere buoni missionari dobbiamo abituarci con assiduo studio di obbedienza a fare della Volontà di Dio la regola ed il modello della nostra. La Volontà di Dio è il principio e la ragione di ogni bene: fuori della Volontà di Dio c'è il male, il peccato e la perdizione. L’anima che vuole dedicarsi all’apostolato e salvare le anime dal peccato e dalla perdizione deve mediante uno spirito di grande obbedienza, aver come fusa la propria volontà in quella di Dio ed essere con Lui uno stesso volere». (P. Manna, Virtù apostoliche, Bologna 1997, p. 255)

 

Foto: Chiesa della Visitazione a Ein Karem