Missio Svizzera ha partecipato al Giubileo del Mondo missionario a Roma insieme agli oltre 40mila pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Tra i partecipanti vi era appunto una delegazione di 20 persone di Missio Svizzera, presente assieme ad altri operatori missionari e rappresentanti di istituzioni ecclesiali di tutti i continenti. Lo scopo del fine settimana è stato quello di promuovere un rinnovamento dello spirito missionario a livello globale, in una Chiesa che esce, che si mette in cammino — una Chiesa vicina e presente.
Cardinale Tagle: la missione, un movimento vivente
Nella conferenza internazionale presso la Pontificia Università Urbaniana il Cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto della sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l'evangelizzazione ha tenuto una relazione su “La Missio ad gentes oggi: ripartire verso nuovi orizzonti”. Ha ricordato il Concilio Vaticano II e il suo invito a rimettere costantemente in esame la missione della Chiesa. Per lui la missione non è nostalgia del passato, ma una dinamica vivente di fede: “La Chiesa è per natura missionaria, perché è al tempo stesso frutto della missione e portatrice di missione”. Vivere la missione significa incarnare la concretezza della cattolicità — un’unità nella fede dentro la diversità culturale. Non deve chiudersi, ma favorire dialogo, scambio, fraternità. “La diversità è un dono, non un pericolo”, ha sottolineato il cardinale.
Migrazione: una forma nuova di missione
Il cardinale Tagle ha rivolto particolare attenzione al legame tra migrazione e missione. La migrazione, ha spiegato, non è soltanto un fenomeno sociale o politico: essa porta con sé una dimensione missionaria. Milioni di migranti — molti dei quali cristiani — attraversano le frontiere portando la loro fede. Diventano così missionari del quotidiano. “In loro si manifesta la Missio ad gentes in una nuova forma”, ha dichiarato Tagle. Non si tratta più di un movimento dal Nord verso il Sud o dall’Ovest verso l’Est, ma di una dinamica globale della fede che connette le persone e costruisce comunità
Papa Leone XIV: “Migranti, missionari di speranza”
Papa Leone XIV nella omelia della messa di domenica 5 ottobre ha esortato la Chiesa a ravvivare “il fuoco della vocazione missionaria”. Un punto centrale del messaggio papale è stato l’appello a una collaborazione missionaria rinnovata e a una cultura della vocazione condivisa. La Chiesa deve connettere Nord e Sud, Est e Ovest, e imparare l’uno dall’altro. Il Papa ha in particolare esortato i paesi europei a intensificare il loro impegno per le vocazioni missionarie. Queste suggestioni del Santo Padre hanno inciso negli incontri della delegazione svizzera durante i giorni trascorsi a Roma. Nelle conversazioni con africani, asiatici e latinoamericani, è stata tangibile la vitalità della Chiesa universale — nonostante tensioni e sfide. “La missione non è una strada a senso unico, ma un dare e ricevere reciproco”, ha commentato un partecipante di Missio Svizzera.
Una Chiesa in stato permanente di missione
Il Giubileo del Mondo missionario ha illustrato con forza quanto sia necessario ripensare la missione della Chiesa — non più come un cammino verso l’altrove, ma come presenza prossima: accanto a chi soffre, spera, crede e cerca. Papa Leone XIV l’ha sintetizzato così: “È tempo che ci poniamo tutti in uno stato permanente di missione.”
Didascalie delle foto:
Foto 1: Delegazione svizzera della Missio in Piazza San Pietro | © Missio Svizzera / Noemi Neuhold
Foto 2: Partecipanti della delegazione svizzera della Missio provenienti dalla Svizzera con le Guardie Svizzere | © Missio Svizzera / Noemi Neuhold