13 ottobre - Il Rosario Vivente, meditando sulla grandezza delle Persone invocate

13 ottobre 2021

Il secondo metodo utile per recitare il Rosario Vivente, ispirato da Sant'Ignazio di Loyola, consiste nel meditare sulla grandezza delle persone invocate. Si tratta di una sorta di contemplazione. "In ogni Mistero di Nostro Signore ci sono persone, parole e azioni; considerare queste persone, ascoltare queste parole, osservare attentamente queste azioni, in modo da rendere il mistero presente e proficuo per se stessi, per quanto si può, è ciò che si chiama contemplazione” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 96). Supponiamo di aver formulato un progetto importante o che qualcuno ci abbia ferito durante un incontro o una discussione, o che qualcuno si sia congratulato con noi dopo un successo. Immaginiamo le persone che possono aiutarci a realizzare il nostro progetto, quelle che possono frapporre ostacoli, quelle che mi diranno che merito lodi, applausi e stima, ma anche quelle che offriranno semplicemente complimenti lusinghieri e delicati.

 Posso immaginare il mio senso di dolore o di piacere, il modo in cui il mio cuore gioirà o sarà irritato, il piacere che posso provare alla manifestazione di amicizia, di un eventuale aiuto o, al contrario, il sentimento di vendetta che può pervadermi…” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 97). Possiamo prendere spunto dal mistero dell'Annunciazione e da quello della Flagellazione. Si tratta soprattutto di meditare sulla grandezza delle Persone a cui ci rivolgiamo per prendere coscienza dei nostri limiti - Paolina parla di indegnità - e dell'importanza della salvezza che ci viene offerta.

Immergendoci nel mistero dell'Annunciazione, ci poniamo alla presenza del Verbo fatto carne, di Maria, dell'Arcangelo Gabriele. Possiamo evidenziare la loro grandezza e santità, che contrasta con la nostra piccolezza, con le nostre imperfezioni, i nostri peccati e la nostra riluttanza ad inoltrarci nel cammino della santità. “Padre mio, dissi recitando il Pater, non potendo glorificare il tuo nome in un modo che ti sia gradito, ricevi la gloria con cui il Verbo incarnato onora Te e Colei che si definisce la tua Serva, sebbene sia elevata al rango di Madre di Dio! Che il mio cuore, infine, e i cuori di tutti gli uomini, così a lungo ribelli, così a lungo estranei a Te, si sottomettano a Te, si avvicinino, conquistati dall'amore prodigioso che il tuo Figlio ci mostra nella sua Incarnazione” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 87-88)

La meditazione può anche mettere in evidenza la volontà di Dio, che Paolina presenta come "così buona, così santa e infinitamente preferibile alla mia; alla mia, ahimè, che nonostante la sua corruzione e malizia, e per la più lampante iniquità, ho così spesso preferito alla Tua. Perdonami, Signore, perdonami, dal momento che trovo una così dolce sicurezza in questo mistero” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 88).

Nel meditare sul “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, possiamo pensare al Pane di Vita, all'Eucaristia, al Signore Gesù che si umilia, al “prezzo pagato” per la nostra salvezza. Si può fare il collegamento con la richiesta di perdono: rimetti a me i miei debiti. Si può anche pensare all'amore infinito di Dio, manifestato nell'Uomo-Dio, e che ogni cristiano può percepire in diversi momenti della sua vita.

Meditare il mistero della Flagellazione è un'occasione per pensare alla sofferenza patita da Gesù durante la sua passione, ma anche al dolore di sua madre di fronte a tanta crudeltà e desolazione. Le frustate fanno scorrere il sangue del figlio di Maria. Come non pensare alle lacrime di Maria quando percepisce il modo in cui viene trattato suo figlio? Non è più il bambino nella culla, quel Gesù che "ti accarezza con le sue mani divine, ti inebria con le sue consolazioni e fa risplendere ai tuoi occhi i raggi della sua gloria..."; è Gesù spogliato, mortificato, percosso con le verghe, immerso nel suo stesso sangue... Cosa ha fatto? Deve arrivare a tanto per darci speranza, perdono e salvezza? Dire Ave o Maria significa unire le proprie lacrime a quelle della madre del Salvatore, per chiedere la sua misericordia a favore dei peccatori e di tutte le persone violente e malvagie. "Piena di grazia... tu mi esaudirai, e lo stato pietoso in cui vedi mettersi tuo Figlio per salvare me, non potrà che commuovere la tua più profonda misericordia; con me, con Gesù griderai al cielo: grazia, perdono; e per mezzo tuo il cielo mi manderà la remissione in cui spero" (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 89).

Tu sei benedetta… Le pene più dolorose sono forse benedizioni? Siamo figli di lacrime e sangue? Bisogna versare lacrime perché la salvezza sia ottenuta, sia accolta? È necessario che il sangue lavi il peccatore, lo purifichi e lo rigeneri, così che possa essere ricoperto di benedizioni celesti? "Quanto più, dunque, Gesù e Maria mi hanno attirato, con la loro passione, misericordia e grazie, tanto più devo benedirli, tanto più devono apparirmi come strumenti, come fonti di benedizioni” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 90).

E benedetto è il frutto del tuo seno Gesù, “poiché se, per un momento, deve passare attraverso la sofferenza, attraverso le frustate, attraverso le umiliazioni, verrà il giorno in cui entrerà, in cui riposerà in una gloria infinita, eterna. Allora, per le blasfemie e le maledizioni degli empi, riceverà le lodi, gli omaggi e le benedizioni di tutto il cielo; il suo nome sarà esaltato sopra tutti i nomi; poi anche il tuo, o madre mia, perché quanto più ti sei avvicinata a lui nel giorno del suo abbattimento, tanto più Gesù ti avvicinerà a lui nell'eternità della sua gloria” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 90). La santità è forse legata alla condivisione di tanto dolore di persone confrontate alla violenza umana? La santità richiede tanta generosità ed eroismo, tanta costanza e fedeltà nel seguire Gesù dovunque vada, specialmente verso coloro che soffrono? Prega per noi peccatori adesso ... Tu sei tanto buona quanto misericordiosa, essendo noi stati malvagi; siamo ancora miserabili. Prega ora per noi, affinché siamo più fedeli nel dare al Signore e a te la gloria di una giusta gratitudine. Fa che possiamo essere fiduciosi, calmi e pieni di speranza nell'ora della nostra morte. Così sia.