
15 ottobre - Il Rosario Vivente e i frutti della santità
Il terzo metodo di Sant'Ignazio è il più semplice, il più facile, quello che traccia i Misteri di Dio nel cuore della persona che prega, facendole provare soddisfazione e gioia profonda. Questo metodo, chiamato "applicazione dei sensi", si basa sull'esigenza di collegare ciò che le nostre labbra pronunciano, le preghiere vocali, al modo in cui usiamo i sensi del nostro corpo: vista, udito, olfatto, tatto, gusto. In che modo i nostri sensi ci permettono di pregare, di pregare meglio, di progredire spiritualmente sul cammino della santità? In che modo i doni di Dio e le virtù, i fiori e frutti di un bel giardino, "abbelliscono le anime di Gesù, Maria, Giuseppe e le altre persone sante che sono nei misteri?” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 111).
Ognuno può, enfatizzando il senso della vista, figurarsi "una grande stanza del Pretorio, in cui i soldati di Pilato conducono Gesù Cristo, dopo la sua orribile flagellazione. Il divino Maestro è nudo, insanguinato e pronto a ricevere nuove sofferenze. I carnefici gli intrecciano una corona di spine. Che corona, Signore!” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 112). L'immaginazione e la devozione del cuore sono enfatizzate. "Una decina, recitata guardando con occhi compassionevoli Gesù nei suoi dolori, o prendendo sul proprio cuore la sua corona di spine, o in qualsiasi altra maniera ugualmente devota e semplice, sarà una buona e vera decina del Rosario" (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 114). È possibile immaginare il volto di Gesù di fronte all'eccessiva umiliazione, il modo in cui l'Uomo-Dio reagisce dinanzi al dolore, ma anche l'espressione della sua dolcezza, la sua pazienza, il modo in cui Lui e il Cielo tacciono. Chiunque può essere istruito quando prega il Signore e Maria, usando i propri sensi per meditare sulla sofferenza, sul dolore, sull'umiltà, l'umiliazione, la kenosi (svuotare se stessi per rivelare l'essere e l'amore di Dio; cf. Fil 2,5-11; 1 Cor 9,15; 2 Cor 9,3) nell'obbedienza; ovvero sui misteri della salvezza dell'umanità. "L'applicazione dei sensi dà una conoscenza dei misteri di Dio, una tenerezza d'amore” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 110)
I frutti del Rosario sono molti e per Paolina, ogni tipo di bene le è venuto per aver recitato il Rosario Vivente. I frutti della santità possono essere percepiti a livello spirituale e dal punto di vista corporeo. "Peccatori incalliti, la cui salvezza era quasi senza speranza, si convertirono. Eretici ostinati e furiosi sono stati illuminati. Intere città, province e regni sono stati felicemente cambiati, sia dalla riforma dei costumi che dall'abiura degli errori in cui erano immersi” (. Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 115). Dal punto di vista corporeo, Paolina evoca i morti che hanno recuperato la vita; i ciechi che hanno recuperato la vista; i sordi, l'udito; i muti, la parola; i paralitici, l'uso delle membra e, tutti i tipi di malati, una salute che l'aiuto dell'arte medica non poteva restituire. Facendo riferimento a Lc 4,17-21, come sembra fare Paolina, dovremmo aggiungere che la Buona Novella è annunciata ai poveri e che i prigionieri e gli oppressi sono liberati. Si apre un anno giubilare, non per la vendetta di Dio, ma per accogliere il Signore della tenerezza e della misericordia, lento all'ira e grande nell'amore, Colui che viene a salvare il suo popolo.
Dopo la lettura del profeta Isaia, dice l'evangelista Luca, tutti i presenti nella sinagoga avevano gli occhi fissi su Gesù. Disse loro: “«Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?»” (Lc 4, 21-22). La salvezza di Gesù Cristo raggiunge ogni uomo e ogni donna in ogni aspetto del loro essere. Ecco perché si può affermare che la salvezza di Gesù tocca il cosmo.
Citiamo semplicemente le tempeste placate, tutte le battaglie vinte, tutti i conciliaboli che hanno portato all'avvento della pace, le piogge ottenute grazie alla recita del Rosario e l'arresto delle grandi inondazioni. Citiamo anche l'assistenza ricevuta da persone che erano in miseria, la liberazione di persone prigioniere, tutte le benedizioni di cui hanno beneficiato numerose famiglie. Paolina osserva: " Molte anime sono state fatte uscire dal Purgatorio; altre hanno evitato l'Inferno grazie alla sua efficace virtù” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 116). Citiamo anche i vari miracoli e cambiamenti socio-culturali e cosmici che la scienza ha difficoltà a spiegare.
Osserviamo inoltre che “la campagna di propaganda fa meraviglie. Si sono registrate le seguenti distribuzioni: 14.237 volumi vari; 11.200 Encicliche Papali; 2.000 Manuali del Rosario Vivente; 14.400 copie dei Doni dello Spirito Santo; 47.000 preghiere varie; 27.000 indulgenze; 350 copie di Gesù Modello del Cristiano; 30335 Adorazioni del Santissimo Sacramento; 2590 strenne del Bambinello; 3000 copie della Vita di San Paolo; 3200 circolari; 6000 Quindicine e Misteri; 21360 immagini del Buon Pastore; 80850 immagini varie; 15000 rosari; 3250 crocifissi; 40676 medaglie” (Sr Cecilia Giacovelli, Pauline Jaricot. Biographie, Paris, Mame, 2005, p. 181-182)
I frutti della santità non sono quantificabili, ma si possono menzionare tutte le trasformazioni che avvengono nel cuore di coloro che recitano il Rosario, non solo in Europa, ma anche nelle Indie, in America, in Africa e altrove. “Il mondo cristiano può dire di questa devozione ciò che Salomone disse della Saggezza: « Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni »” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 116). Agli occhi di San Francesco di Sales, il Rosario è una devozione molto utile per i peccatori e per le persone spirituali. “Lui stesso era stato miracolosamente guarito dai suoi scrupoli e dalle tentazioni di disperazione con cui Dio lo metteva alla prova, facendo voto di recitare il Rosario tutti i giorni della sua vita. Consigliava anche alle persone da lui dirette di portare il rosario come un segno sacro con il quale avrebbero manifestato la loro volontà di essere servitori di Dio, del Salvatore e della sua benedetta e sempre vergine Madre” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 117). Altri santi, come Carlo Borromeo, Vincent Ferrier e Alfonso de' Liguori, recitavano il Rosario con una devozione particolare per onorare Maria, per combattere il peccato, per invitare i loro contemporanei ad accettare la salvezza in Gesù Cristo e a progredire nella santità. Alcuni avevano il Rosario intero sotto gli abiti o appeso al collo per recitarlo ogni giorno, contemplandone i misteri.
Il Cardinale Bellarmino era solito recitare il Rosario durante le sue ricreazioni, mentre passeggiava, quando si recava da un'occupazione all'altra, o mentre era in attesa. Una signora il cui marito era un uomo ricco, che conduceva una vita indegna di un cristiano, andò da San Domenico, "per consultarlo sulle misure da adottare per riportare il marito sul sentiero della virtù. Il nostro santo le consigliò di recitare il rosario per due settimane, il più devotamente possibile. La pia donna obbedì e il giorno stesso in cui iniziò, Dio toccò il cuore dell'uomo così intensamente con la paura dell'inferno che egli andò, tremante e con gli occhi pieni di lacrime, da San Domenico, ricevette il rosario e visse una vita santa per il resto dei suoi giorni” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 121). Dal canto sui, precisa Paolina, “San Francesco Saverio onorò la Santa Vergine e l'amò per tutta la vita con sentimenti colmi di riverenza e tenerezza. Per mostrare che era il suo servo e che si pregiava di esserlo, solitamente portava un rosario appeso al collo e, affinché i neofiti si affezionassero a questa devozione, egli si serviva sovente di questo rosario per fare miracoli” (Pauline Jaricot, Le Rosaire vivant, op. cit., p. 118).