17 ottobre - Anno 1835. Guarigione di Paolina a Mugnano di Cardinale, vicino Napoli

17 ottobre 2021

La malattia di Paolina è considerata incurabile, ma lei vuole andare a Mugnano, in Italia, anche se il viaggio è difficile, addirittura folle, data la gravità delle sue condizioni. Paolina è affetta da un grave problema cardiaco, che si manifesta con delle palpitazioni; non riesce a mangiare e deve fare molta attenzione a non soffocare. Ha un momento di tregua alla fine di una novena a Santa Filomena e, sebbene sia gravemente malata, progetta di andare a Mugnano per recarsi sulla tomba di Santa Filomena, passando per Paray-le-Monial e Roma. Era nata una devozione popolare a Santa Filomena dopo la scoperta, da parte degli archeologi nella catacomba di Priscilla, il 25 maggio 1802 a Roma, di alcuni blocchi recanti la scritta Lumena Paxte Cum Fi, circondata da caratteri simbolici cristiani. Cambiando l'ordine dei blocchi, si ottiene “Paxte Cum Filumena” che si potrebbe tradurre con “La Pace sia con te, Filomena”. Questo nome non significa forse 'Amato' o 'Diletto' (dalla radice greca Phileo), o 'Figlia della Luce' (dalla radice latina Filia luminis)? (Catherine Masson, Pauline Jaricot, op. cit., p. 311). Un'attrazione misteriosa spingeva Paolina verso la tomba di Filomena, considerata una martire, ma come esprimere questo desiderio e soprattutto come arrivarci da Lione, visto che era così malata da non poter più sopportare il minimo scossone?

Per il medico, ogni rimedio era inutile; così andava a rendere visita a Paolina, come un amico, senza prescrivere nulla, come se essa fosse stata semplicemente un oggetto di curiosità, da osservare. Intraprendere un viaggio, di qualsiasi tipo, non sarebbe forse stato un modo per mettere in pericolo la vita di Paolina? A questa domanda, il medico rispose: "Poiché da molto tempo nulla, assolutamente nulla, spiega il prolungamento della vostra esistenza, potete tranquillamente soddisfare la vostra voglia di viaggiare” (Catherine Masson, Pauline Jaricot, p. 312-313). Quando Paolina confida a Mons. de Pins la sua intenzione di andare a Paray-le-Monial, non gli dice che quella sarebbe stata una prova della sua capacità di sopravvivere, per poi andare a Mugnano. Voleva ricorrere al Sacro Cuore di Gesù per intercessione della Venerabile Margherita Maria. Infatti, dal 21 giugno 1817, Paolina era entrata a far parte dell'Associazione dei Santi Cuori di Gesù e Maria, presieduta da Claudine Thévenet. Quando poi lei raggruppò alcune delle lavoratrici in associazione, diede loro il nome di "Riparatrici del Cuore di Gesù". Inoltre, quando scrisse il suo libro L'amour infini, sottotitolato "Le cœur de Jésus Christ, salut de l'Église et de la France": anche in questo caso, fece riferimento al cuore di Gesù (Catherine Masson, Pauline Jaricot, p. 313). Essendo arrivata viva a Paray-le-Monial, Paolina decide di andare almeno fino a Roma per ricevere la benedizione del Papa.

Paolina rimane in incognito mentre attraversa Lione e va a Chambéry dove viene ricevuta dalle Visitandine. Le sue condizioni peggiorarono tanto che pensa che morirà "lontano dalla Francia e lontano da Roma" - la Savoia non apparteneva ancora alla Francia a quel tempo- (Catherine Masson, Pauline Jaricot, p. 314). Le Visitandine recitano una novena a Santa Filomena e Paolina trova la forza di ripartire. Paolina e il suo seguito si fermano qualche giorno a Loreto e poi ripartono per Roma, dove ella arriva quasi senza vita. Viene accolta a Trinità dei Monti dalle sue amiche, le Suore del Sacro Cuore. Considerata la sua estrema debolezza, Gregorio XVI la onora con una visita. Paolina perora la causa di Santa Filomena presso il Papa e, dopo un soggiorno di cinque settimane a Roma, la carovana riparte.

Pauline Jaricot arriva a Mugnano l'8 agosto 1835, due giorni prima della festa di Santa Filomena. Nonostante sia in preda ad atroci sofferenze, viene accolta con gioia come fondatrice della Propagazione della Fede e del Rosario Vivente. La domenica, viene collocata vicino alla tomba venerata, mentre sembra essere quasi morta, ma nel profondo sente che sta guarendo, cosa che all'inizio nasconde, talmente è intimidita. Secondo Suor Cecilia Giacovelli, Paolina "capisce che è appena stata oggetto di un miracolo divino. Battendo le mani in un movimento ritmico, Paolina intona il Gloria al Padre. Il pallore del suo volto cede il passo alla sua carnagione naturale: si lascia alle spalle l'aspetto da cinquantenne emaciata per offrire l'immagine di una donna di almeno quindici anni più giovane, che riesce a camminare liberamente tra la folla con sorprendente vivacità” (Sr Cecilia Giacovelli, Pauline Jaricot. Biographie, op. cit., p. 202).

Lo stupore generale lascia il posto alle benedizioni, al rendimento di grazie e alle lodi. Il giorno dopo, il 10 agosto, festa di Santa Filomena, Paolina si sente talmente meglio che cerca di camminare un po' per la chiesa. Sebbene le sia portata al seguito la sedia, Paolina avverte un reale miglioramento che viene confermato al suo ritorno in stanza. "Riesco a camminare direttamente fino al mio alloggio e su per le scale fino alla mia stanza: una cosa che non facevo da quindici mesi. Speravo che tutto sarebbe avvenuto in silenzio, ma non appena arrivai, tutto il villaggio seppe cosa era appena successo” (Catherine Masson, Pauline Jaricot, op. cit., p. 315).

Riunito intorno a un sacerdote, il popolo chiede di vederla. Paolina si unisce alle manifestazioni di gioia e di euforia religiosa della folla. Non è più la "dama o la damigella francese, ma la principessa del paradiso" (Sr Cecilia Giacovelli, Pauline Jaricot, op. cit., p. 202). "Suona la campana. Viene costretta a camminare per la cittadina, preceduta dalla musica e accompagnata dai soldati. Dirà: Mi sentivo davvero una vittima adornata di nastri e incoronata per il sacrificio". Lascerà Mugnano solo dopo una novena di ringraziamento. Porterà con sé una reliquia lasciando lì la sua sedia a rotelle come ex-voto. Sulla via del ritorno, sorprese tutti quelli che l'avevano vista moribonda lungo il tragitto! Lei stessa racconta: Alla locanda, i postiglioni che mi avevano trasportata mentre ero in uno stato prossimo alla morte gridavano a gran voce: 'Miracolo! Miracolo! Viva Santa Filomena! Alle loro grida, la folla accorreva da tutte le parti, si accalcava intorno alla carrozza, appendendo corone e ghirlande di fiori ed invocando la Santa Martire” (Catherine Masson, Pauline Jaricot, op. cit., p. 315-316)