
26 ottobre - Dall'intuizione alla realizzazione dell'Opera della Propagazione della Fede
Quando il Concordato ristabilisce la pace religiosa in Francia ed entra in vigore (1801-1802), l'interesse per le missioni si diffonde in gran parte della popolazione francese. Chateaubriand (1768-1848) pubblica ‘Il Genio del cristianesimo’, rivalutando il passato cristiano e dando ampio spazio alle missioni lontane. Tale opera viene letta e riletta da coloro che saranno gli artefici del rinnovamento missionario: Mazenod, Forbin-Janson, ecc. Il missionario è diventato un personaggio romantico, un avventuriero della fede, che le riviste missionarie avrebbero esaltato fino a poco tempo fa. Vi è un vasto pubblico sempre più interessato ai resoconti delle missioni in Cina e in America Latina. Ed è proprio in questo clima che gli ultimi due figli della famiglia Jaricot, Philéas, nato nel 1797, e Paolina Maria, nata nel 1799, si appassionano alle missioni. Vogliono impegnarsi e sostenere i missionari. A Philéas che voleva andare in Cina, Paolina esprime il suo desiderio di seguirlo. Philéas risponde che non è una cosa adatta alle ragazze: "Poverina, non puoi, ma prenderai un rastrello, raccoglierai cumuli d'oro e me li manderai" (Jean Comby, “Pauline Jaricot et les missions”, in Documents Épiscopat N°6/2013 su Pauline Marie Jaricot, Une Œuvre d’amour, pubblicato dalla Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Francese, p. 17).
A partire dal 1815, l'interesse per le missioni lontane cresce nell'opinione cristiana francese. La chiamata ad impegnarsi per la missione non proveniva principalmente dai responsabili ecclesiastici della vecchia Europa, ma dai laici. I responsabili della Chiesa privilegiano la missione interna. "Le nostre Indie sono qui", rispondono i vescovi francesi ad una richiesta di preti per le colonie (1815). "Possiamo considerarci come una terra di missione", disse il vescovo di Troyes nel 1822, "ahimè, come vorrei che la Francia potesse essere convertita così facilmente come lo sono stati il Canada, la Louisiana e altre regioni selvagge" (Jean Comby, in Documents Épiscopat, op. cit., p. 17). Nel 1817, le Missioni Estere di Parigi, impegnate nell'evangelizzazione dell'Asia, fondano una "Associazione di preghiera per chiedere a Dio la conversione degli infedeli, la perseveranza dei cristiani che vivono in mezzo a loro e la prosperità degli istituti destinati a propagare la fede" (cf. Documents Épiscopat N°6/2013 su Pauline Marie Jaricot, p. 17). Nell'espressione "propagare la Fede", ripresa nell'indulto di riconoscimento da Roma, appare la nozione di "Propagazione della Fede". Infatti, nel 1622, Papa Gregorio XV fonda la Congregazione De Propaganda Fide, Congregazione per la Propagazione della Fede o della Propaganda. Il Papa conferisce a questa nuova congregazione i più ampi poteri nel campo dell'evangelizzazione, anche se la sua azione deve rimanere limitata finché durano i patronati (Jean Comby, Deux mille ans d’évangélisation. Histoire de l’expansion chrétienne, Paris, Desclée, 1992, p. 112-113). Paolina Jaricot si impegnerà in questo senso dopo la sua conversione all'età di 17 anni, periodo in cui era assai preoccupata di apparire al meglio nella società. Abbandona la mondanità e conduce una vita modesta. Decide di dedicarsi totalmente a Dio pur rimanendo una laica e di impegnarsi nelle “buone opere”, nel senso positivo del termine. Fonda un'Associazione di Riparatrici del Cuore di Gesù -la nozione di riparatrice era molto in voga a quell'epoca-. Tramite suo fratello Philéas, che all'epoca si trovava a Parigi e sperava di andare in Cina, Paolina si interessa alle Missioni Estere e a questa nuova associazione che cerca fondi.
A partire dal 1818, Paolina decide di organizzare collette a Saint-Vallier, nella Drôme, presso le operaie della fabbrica di suo cognato, e poi a Lione, presso donne generalmente modeste, il più delle volte lavoratrici della seta. Chiede un soldo alla settimana, un'idea che sembra venire dall'Inghilterra. Paolina unisce la preghiera per le missioni all'impegno finanziario. Verso la fine del 1819, Paolina ha una “illuminazione”: ogni persona dovrà trovare dieci associati che daranno un soldo ogni settimana per la Propagazione della Fede. Le persone fidate potranno ricevere da dieci responsabili di decine la colletta dei loro associati, e poi un capofila raccoglierà le collette da dieci responsabili di centinaia e versare il tutto ad un centro comune.
Paolina pensa a come razionalizzare la colletta in modo che sia più produttiva. A Lione circolava l'idea di creare un'organizzazione per raccogliere denaro per le missioni, in particolare quelle in America. La Congregazione dei Signori, che derivava dalle congregazioni mariane create dai gesuiti nei loro collegi, fu fondata nel 1802 a Lione da alcuni giovani con l'aiuto di un padre della fede, Pierre Roger, che sarebbe diventato gesuita. Tale congregazione riunisce giovani che volgono il loro sguardo verso le opere di carità e, gradualmente, verso le missioni. Con l'arrivo a Lione di Mons. Dubourg, vescovo della Louisiana negli Stati Uniti, i giovani trovano una nuova opportunità di agire, in particolare Victor Girodon, amico di Paolina, e Benoît Coste, prefetto o direttore della Congregazione dei Signori. Benoit Coste risponde al Vicario Generale (1819-20) che lo esorta a fondare un'associazione per le missioni in America: "Invece di tutte le associazioni particolari, non sarebbe meglio limitarsi a fondare una sola associazione per tutte le missioni cattoliche del mondo, cioè per tutte le missioni esistenti al momento, che non sono ancora così numerose?” (Jean Comby, in Documents Épiscopat, op. cit., p. 18-19).
La prima riunione ufficiale della nuova associazione, che prende il nome di Associazione (Opera) della Propagazione della Fede, ha luogo il 3 maggio 1822. "Erano presenti, tranne l’abate Inglesi, in rappresentanza di Mons. Dubourg, solo i membri della Congregazione dei Signori, e se Paolina non compare, Victor Girodon può essere considerato il portavoce della sua amica, sostenitore del suo punto di vista. All'epoca, sarebbe stato straordinario vedere una donna seduta in un tale consiglio - non vi siede nemmeno la signora Petit, ma suo figlio sì-. Tuttavia, cosa determinante, il sistema di raccolta fondi di Paolina viene adottato. Questo non sembra scandalizzare Paolina che, assente da Lione in quel momento, acconsente presto alla fusione della propria associazione con la nuova fondazione, trasferendovi i fondi che aveva ricevuto” (Jean Comby, in Documents Épiscopat, op. cit., p. 19 ; cf. Catherine Masson, op. cit., p. 139-140). Va sottolineato che si tratta di un'azione di laici.
Benché si debba notare che nel XIX secolo ci furono uomini e donne che fondarono opere, nessuna opera dell'importanza della Propagazione della Fede è riuscita a mantenere la sua indipendenza così a lungo, anche se lavora in collaborazione con la Congregazione di Propaganda Fide, fino al 1922, quando diviene pontificia insieme ad altre due opere, la Santa Infanzia, ora Infanzia Missionaria, fondata a Parigi nel 1843 dal vescovo de Forbin-Janson, e l'opera di San Pietro Apostolo, creata a Caen, in Francia, nel 1889 grazie a Jeanne Bigard e a sua madre Stephanie. Una quarta, la Pontificia Unione Missionaria (PUM), sarà fondata più tardi, nel 1916 a Parma (Italia), da Paolo Manna (1872-1952), e nel 1956 completerà il numero delle Pontificie Opere Missionarie.