
3 ottobre - Conversione di Paolina Jaricot
Padre Jean Würtz, che avrà un ruolo importante nella vita di Paolina, appare come un predicatore apprezzato nella parrocchia di Saint-Nizier ed è probabilmente anche attento e impegnato socialmente. Egli riesce a salvare un giovane ufficiale che, per un reato militare minore, era stato condannato a morte. Il giorno dell'esecuzione, il prete andò a supplicare il generale: "Grazia! Grazia... in nome di Dio e di una madre!" Il generale replicò: "Santo sacerdote, ora che la lezione è stata impartita, la giustizia e la misericordia possono abbracciarsi". Il sacerdote ricondusse allora il figlio tra le braccia della madre. Jean Würtz sembra rappresentare tutte le aspirazioni religiose che Pauline conserva segretamente. La sua reputazione di confessore della fede e della carità crebbe presto. Jean Würtz appare, soprattutto agli occhi di coloro che lo avvicinano, come una figura mite e austera, che, secondo alcuni, sa come attirare l'attenzione di chi lo ascolta con la sua semplicità e dolcezza evangelica. Quando propone una riflessione sui pericoli e le illusioni della vanità, Paolina ne è colpita, si sente chiamata in causa. Ascolta attentamente, senza perdere una sillaba, a stento osa respirare, mentre sembra riconoscersi in ogni tratto del quadro delineato, prendendo per sé ogni rimprovero e consiglio. Alla fine della celebrazione, Paolina incontra il sacerdote e gli chiede di spiegarle il significato della "colpevole vanità". Dopo le spiegazioni di padre Würtz, Paolina gli chiede di raccogliere la sua confessione, perché il suo sermone l'ha colpita e turbata. Confessa al sacerdote i suoi errori, le sue lotte, i suoi rimorsi, i suoi aneliti. Ne esce raggiante, sebbene abbia pianto. Qualche giorno dopo compie una "confessione generale", come scrive nel suo diario, chiedendo allo Spirito Santo di illuminarla e preservarla da ogni illusione. Tremava con tutte le sue membra mentre andava a confessarsi, "ma il modo in cui sono stata ricevuta mi ha fatto capire quanto avessi sbagliato a tremare” (David Lathoud des Augustins de l’Assomption, Marie-Pauline Jaricot. 1. Le secret des origines de la Propagation de la Foi, Paris, Maison de la Bonne Presse, 1937, p. 58). Questa grande conversione del 1816 segnerà la vita di Paolina: è come se si fosse liberata dalla rete che la immobilizzava ed è pronta ad elevarsi, a spiccare il volo come l'allodola del paradiso. Ha trovato la guida che cercava da così tanto tempo. Ha deciso di intraprendere il cammino della rinuncia assoluta e della lotta incessante contro tutto ciò che si oppone al fulgore della fede. Opta per nuove regole di vita. La passione del distacco si impadronisce di lei; brucia le canzoni appassionate e i romanzi sentimentali.
Paolina sceglie di dedicarsi alla cura dei malati terminali e in questo servizio sperimenta la gioia di abbandonarsi totalmente a Dio. Cambia il proprio abbigliamento e non soddisfa più i requisiti dell'ultima moda. Il padre, allarmato, interviene e le proibisce categoricamente di donare la sua biancheria ai poveri senza il suo permesso.
La giovane Jaricot è forse impazzita? Occorre diffidare di Jean Würtz? Paolina Maria Jaricot si converte a una nuova vita, decide di combattere le sue passioni e si produce in lei una trasformazione interiore; decide di vestirsi semplicemente come le povere operaie di cui ha percepito le sofferenze. “I vestiti di seta variopinti lasciano il posto ad un vestito a sacco di colore violetto e, dimentica di calzare le scarpe, si accontenta di sandali di cuoio” (Sr Cecilia Giacovelli, Pauline Jaricot, Roma, Pontificia Opera della propagazione della Fede, 1999). Vuole vendere i suoi tesori per distribuirne il ricavato ai poveri. Preferisce perdere di vista le sue vecchie amicizie, perché potrebbero tentare di distoglierla dal cammino della conversione. Ora è motivata da un unico obiettivo: fare amicizia con i più poveri. È lì, tra le classi più umili, che Gesù Cristo trova molti fedeli. È in mezzo a loro che Paolina si rende conto di quanto il suo passato mondano l'abbia portata lungo quella che ora vede come la china di una vita di peccato, di ipocrisia e di scandali di ogni genere.
Infatti, Paolina si dona a Gesù che vuole servire, partecipando all'evangelizzazione. Chiede perdono alla sua famiglia per i suoi cattivi esempi: “Un giorno, quando la mia famiglia era riunita, chiesi perdono a tutti e allo stesso tempo dichiarai la mia incrollabile risoluzione di rinunciare ai piaceri e ai sentimenti di questo mondo: « Che nessuno di voi si preoccupi del mio futuro», aggiunsi, « D'ora in poi Gesù Cristo sarà tutto per me »” (David Lathoud des Augustins de l’Assomption, Marie-Pauline Jaricot. 1. Le secret des origines de la Propagation de la Foi, op. cit., p. 62-63) “Mi alzerò -dico allora- e poiché il centro della mia pace per il tempo e per l'eternità è Dio solo, mi getterò ai suoi piedi; sì, andrò dal Padre mio e mi riconcilierò con Lui; non sarà più solo per pochi giorni; una volta rientrata nella sua grazia, non ne uscirò più; tornerò a Lui senza alcuna divisione, senza riserva, per sempre; mi sottometterò a tutto ciò che mi ordinerà la guida spirituale che Egli mi darà […] La tensione sconfinata di amare, la sete divorante di possedere il mio Dio, mi spingeva anche ad agire per la sua gloria […] ero pronta con la volontà a contribuire alla gloria della Chiesa […] Non mi era mai venuto in cuore né mi ero mai sentita attratta verso la vita tutta celestiale delle religiose […] mi costringevo ad andare nei conventi a vedere le cerimonie delle vestizioni religiose delle giovani aspiranti; ma una forza che non riuscivo a superare mi trascinava fuori di queste sante dimore e sembrava persino gridarmi forte, mio malgrado: Non è lì che devi consacrarti a Gesù! […] Arriva finalmente il momento in cui emetto irrevocabilmente il voto [di castità] che porta tutti i sentimenti e i movimenti del mio cuore in Gesù […] Ben cosciente della mia felicità […] mi dicevo con commozione: lo sono la sposa di Gesù Cristo!” ( J. Servel, Un autre visage, op. cit., p. 96-97).
Sarà al santuario di Fourvière, la notte di Natale del 1816, che Paolina pronuncerà il suo voto di castità perpetua. All'età di 17 anni, Pauline si impegna con determinazione nella Missione, informandosi sui bisogni dei missionari e cercando il modo di sostenerli.